E’ Tomás Ditaranto, nato a Montescaglioso e emigrato in Argentina nel 1907, il cittadino illustre proposto dal comune di Montescaglioso alla Regione Basilicata attraverso un progetto, affinché diventi uno dei nuovi personaggi del Centro Lucani nel Mondo “Nino Calice” – Museo dell’emigrazione lucana di Castel Lagopesole.
La proposta è stata ufficializzata durante il seminario di studio che si è tenuto sabato 16 giugno nella sala del Capitolo dell’abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo alla presenza del sindaco, Vincenzo Zito, dell’assessore, Francesca Fortunato, e dei rappresentanti istituzionali della Regione intervenuti, ovvero il Vice Presidente del Consiglio Regionale, Achille Spada, il coordinatore del “Centro Nino Calice”, Luigi Scaglione, e il funzionario regionale Rocco Romaniello.
A curare lo studio e le ricerche su TomásDitaranto è stata l’associazione “Mondi Lucani” che durante il seminario ha presentato un’ attenta analisi dell’uomo e dell’artista tra i più importanti nel panorama argentino del ‘900. Attraverso video-schede realizzate da Giuseppe Disabato della Suditaliavideo grazie alle ricerche della professoressa Maria Raffaella Magistro, un pubblico attento ha potuto conoscere una personalità che con la sua arte ha rappresentato la Basilicata nel mondo lasciando testimonianza del suo genio .
La figlia del pittore, Haydée insieme a tutta la famiglia Ditaranto ha inviato da Buenos Aires un messaggio di ringraziamento a quanti si stanno adoperando per rendere onore e merito a un figlio della Lucania tanto legato alla propria terra.
Ditaranto che da bambino aiutava suo padre maniscalco, studiò all’Accademia nazionale delle belle arti di Buenos Aires con i maestri Alice, Centurión, Collivadino e Rossi. Insegnò presso l’Accademia delle Belle Arti e nella scuola di Quinquela Martin nel quartiere de La Boca, famoso per la presenza di immigrati genovesi. Dal 1927, anno del suo debutto al Salone nazionale delle Belle Arti di Buenos Aires, la carriera artistica di Ditaranto come pittore, incisore, illustratore e professore è stata costellata da successi con oltre 250 mostre . Nel 1962 fu chiamato a illustrare l’edizione multilingue del poema epico “Martin Fierro” del genere gauchesco argentino. I suoi viaggi delle radici in Basilicata nella “terra dai tanti cieli diversi”, come amava definirla, sono testimoniati da oli e acquerelli esposti nei musei di tutto il mondo.
L’analisi dell’arte pittorica è stata curata dalla professoressa Anna Loré che si è soffermata sugli acquerelli in cui emerge la caratteristica più conosciuta di Ditaranto ovvero il “costumbrismo”. Paesaggi del nord dell’Argentina raffigurati con colori vivi in cui i personaggi con i loro costumi si fondono con l’ambiente diventando un tutt’uno con la natura fino a creare un clima surreale che, ha detto Loré, richiama ai pittori della scuola romana. Un realismo magico nello stile di Ditaranto in cui prevale il verde che riconduce al panismo ovvero a quella fusione dell’uomo con la natura. Nel 2016 grazie alla generosità di Teresa e Nicola Balsebre, un olio di Tomás Ditaranto raffigurante “Gesù con la corona di spine”, fu donato a Papa Francesco. Era stato realizzato proprio a Montescaglioso nel 1979 a pochi anni dalla scomparsa del pittore avvenuta nel 1985.
In quel Cristo flagellato con il mantello rosso che richiama a Guttuso e Caravaggio è racchiuso il messaggio pittorico di Ditaranto degli ultimi anni. Il tratto fermo e deciso di Tomás Ditaranto riuscì a dipingere gli occhi del Cristo che altro non erano che i suoi occhi che ormai non vedevano più a causa di una malattia. Una personalità da riscoprire e valorizzare, che come ha detto Maria Andriulli, moderatrice della serata e vice presidente dell’associazione, rappresenta la porta e il ponte culturale tra Matera Capitale Europea della Cultura 2019 e l’Argentina con i suoi milioni di discendenti italiani.
Maria Andriulli